Pietro e l’amicizia

pietroMi ha colpito molto il modo in cui nel mio paese, a Pratovecchio, è stato salutato Pietro. Pietro era un uomo ‘speciale’, portava addosso il peso di un incidente subito da giovane, durante il servizio militare: un trauma cranico che aveva modificato il corso della sua vita. Viveva nel paese, dormiva alla casa di riposo e tutti lo conoscevano: facile identificarlo, facile sentirlo parlare da solo ad alta voce o cantare in piazza. Il nostro don Luigi lo citò durante l’omelia di una notte di Natale, anni fa: quella sera, nel silenzio del paese coperto di neve, lo aveva sentito intonare “Tu scendi dalle stelle”.
L’altra sera, improvvisa, la sua morte, in un incidente stradale. Subito dopo si è aperto un fiume in piena di dolore, di ricordi, di amicizia. E poi il saluto di tutti, commosso, nella nostra pieve. L’abbraccio di un’intero paese, di tutta la comunità.
In altre situazioni, in un contesto di città, Pietro sarebbe stato, probabilmente, un emarginato. Nel paese aveva tanti amici, tantissime persone che hanno pianto per lui e lo hanno ricordato.
Amicizia. Ecco in questi giorni pensando a quanto accaduto, ho sentito tutta la bellezza di questa parola. Poco tempo fa a Romena Marina Marcolini, scrittrice e studiosa ispirata della Parola di Dio  ha pronunciato parole bellissime a proposito dell’amicizia, a commento del Vangelo di quella domenica, l’episodio dell’amministratore infedele (Luca 16 (1,3). Ho voluto trascriverle e condividerle, per dedicarle a Pietro, ai suoi tanti amici e a ciascuno di noi…

marina marcoliniAmicizia
di Marina Marcolini

Un giorno stavo giocando a Monopoli con mio figlio e alcuni suoi amici. Ma dopo un po’ tutti quanti hanno cominciato a dire: “Che noia questo gioco, è sempre la stessa storia, accumulare i contratti, comprare le case, gli alberghi, cercate di fregare gli amici. Non ne possiamo più. Perché non inventiamo un altro gioco?” E allora abbiamo pensato a come potevamo cambiare Monopoli. E abbiamo pensato di fare “Evangelopoli”. Chi vince questo gioco? Vince che ha più amici. I ragazzini si sono messi a pensare a tutte le astuzie, a tutte le ‘furbate’ per farsi più amici. La prima che hanno detto, che mi ricordo è stata questa: “Facciamo un bel pranzo e invitiamo i vicini, anche quello del piano di sotto che ha da brontolare su tutto quello che facciamo”.
E con questo sforzo di come fare a trovare più amici è passato un pomeriggio.

Mi è tornato alla mente questo episodio pensando a questo Vangelo. Gesù commenta la parabola con parole bellissime: dice “Fatevi degli amici con la ricchezza”.
Fatevi degli amici donando ciò che potete e anche più di ciò che potete. Non c’è comandamento più gioioso, più umano di questo; è un comandamento che contiene la vera saggezza del vivere. Chi vince davvero nel gioco della vita?  Come hanno detto mio figlio  e i suoi compagni: contro le apparenze vince chi ha più amici, non chi ha più soldi. Le parole precise che dice Gesù sono queste: fatevi degli amici perché essi vi accolgano nelle dimore eterne, nella casa del cielo. Gli amici, non Dio, dice. E non solo qua ci sono le braccia degli amici, ma nella vita eterna, e sono loro ad avere le chiavi del paradiso. 
Le braccia degli amici sono come il prolungamento delle braccia di Dio, ci raggiungono prima.

Allora ho pensato anche a un’altra parabola, quella di un uomo ricco che investe tutto il suo tempo e le sue energie ad accumulare ricchezze: “La campagna di un uomo ricco – dice – aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti”. Ma la parabola non finisce qui. Gesù continua:  “Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?” (Lc 13, 12-21)
Le ricchezze non passano di là, gli amici sì. Gesù ci chiede di investire sull’amicizia, di mettere il farsi amici in vetta alle priorità della nostra vita perché è un capitale che non si perde. E Gesù dice stolto all’uomo dell’accumulo, all’uomo del Monopoli, non perché è cattivo, ma perché è poco intelligente. E prima che una valutazione etica questa è una considerazione sulla sapienza del vivere: quell’uomo ha investito sul prodotto sbagliato, sul denaro e non sull’amore.

La nostra vita non dipende da ciò che possediamo. Dipende da tre cose: dalla vita interiore, dalle persone accanto a noi, e da una sorgente grande che non è in noi ma in Dio. Qui sta la nostra forza. E queste tre cose devono stare insieme, in comunione, in circolazione. Io, innestato in queste tre realtà. Allora io sono vivo.

3 pensieri su “Pietro e l’amicizia

  1. Profondo e vero,cerco di viverlo e devo dire che è molto bello quando si ha la percezione della potenza dell’amicizia!!!!

  2. Pensieri semplici eppure così fuori dal mondo. Me li terrò dentro in questa giornata e spero anche in futuro. E spero che riusciamo ad uscire dai nostri gusci a guardare l’altro, il diverso, i debole, il ricco, l’antipatico, con occhi d’amore. Sarebbe già tanto….
    Grazie per questo articolo.

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