Il costo della giustizia

Ciotti_10«Anche mia mamma è una vittima della violenza mafiosa». Non lo aveva mai detto don Luigi Ciotti. Troppo profonda, forse, la ferita. Ma guardando negli occhi una platea di ragazzi della locride, ha sentito di poter tirar fuori quel macigno, annidato nel suo cuore da molti anni. «Un giorno – si legge nell’articolo di Avveniremi stavano aspettando sul pianerottolo di casa e solo la curiosità di una vicina ‘pettegola’ mi ha salvato… ». Ma la mamma che già «stava male dopo aver saputo del primo progetto di attentato, è crollata». Fino, poco dopo, alle drammatiche conseguenze. «È morta tra le mie braccia». 

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A Gianmaria

gianmariaChe dirti, Gianmaria? Che ci siamo anche noi di Romena tra i tanti, i tantissimi che ti vogliono bene. Che ci siamo anche noi tra tutti quelli che hanno vissuto questi mesi con apprensione, vedendo che continuavi a annullare i tuoi concerti per motivi di salute. Che ci siamo anche noi tra quelli che si sono letti e riletti l’intervista di Michele Serra su Repubblica, una canzone in prosa sul tuo amore per la vita, più ancora che una confessione sulla malattia, che stai fronteggiando.

Qui sotto  ho riscritto alcuni passaggi di quell’intervista, concetti semplici, chiari, puliti come le parole delle tue canzoni.
Tra le cose che dici, ce n’è solo una che ha un profumo teneramente malinconico: riguarda la mancanza che senti del fare concerti. E allora mi è venuto subito un pensiero: recuperare il filmato del tuo concerto nella nostra pieve. Ce lo abbiamo ancora addosso quel concerto, ma ci piace riaggangiarne la memoria. Ci piace riascoltare come Gigi ti presentò, quella sera, e riassaporarne almeno l’inizio: la canzone Nuovo, quella dedicata a tuo figlio. La canzone che più sa di futuro.
La più giusta, per questo tempo…

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Willy e i suoi amici

willy“Oh, I get by with a little help from my friend”. Mi suona nelle orecchie la voce di Ringo Starr. La canzone dei Beatles è la colonna sonora dei pensieri che, in questo momento, associo a Willy.

Sì Willy, come William Boselli, da Bologna, un meraviglioso ragazzo che da trent’anni vive nella sua ‘carrozza’, come la chiama lui, quasi completamente immobilizzato, e che pure, riesce a rendersi protagonista di avventure straordinarie. Con un piccolo aiuto dei suoi amici.
Sabato prossimo, chi vorrà, potrà incontrarlo a Scandicci (Firenze). Al Palasport, per un giorno, prenderà vita Happy hand, la manifestazione da lui ideata per mostrare che si possono abbattere tutte le barriere attraverso gli incontri, lo sport, il gioco  mostrando che è possibile un mondo a colori, governato dall’amicizia. Il mondo di Willy.
E’ la Compagnia delle arti di Romena ad aver organizzato l’evento di Scandicci, di cui qui potete trovare contenuti e programma. Nell’articolo che segue, invece, che ho scritto su di lui dopo un incontro a Romena, provo a presentarvi Willy. In attesa che anche voi diventiate suoi amici. Già sabato, magari…

 

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