Addio Gianmaria, voce dei nostri silenzi

testa1“Gianmaria se n’è andato senza fare rumore. Restano le sue canzoni, le sue parole. Resta il suo essere stato uomo dritto, padre, figlio, marito, fratello, amico”.
Poche parole, scelte con cura, così come quelle che Gianmaria Testa distillava per le sue canzoni. Parole per confessare un addio.

Lo sappiamo adesso, dalla sua pagina Facebook. Lo temevamo da un po’. La malattia era entrata irruenta nella sua vita, e Gianmaria l’aveva affrontata con coraggio, non permettendole di rinunciare alla speranza di superarla, e al sogno di continuare, con la sua vita, con la sua musica. Quel filo che si è spezzato ci addolora, ci amareggia. Rende questa terra più triste, senza quella voce calda, inconfondibile, che sapeva cantarla.  Scriveva Erri de Luca, amico storico di Gianmaria: “Esiste una musica odierna ultraleggera, più dell’aria, come i gas inerti coi quali si gonfiano palloncini. E poi esiste una musica che dà peso al vento e gli fa riempire le chiome degli alberi e delle donne. Gian Maria fa questa”…

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“Romena 25”, appuntamento a lunedì!

spettacolo pasqua 125 anni racchiusi in un giorno di festa. Sarà una festa del cuore, quella di lunedì 28 marzo. Sarà la festa di tutti noi, di chi in questi 25 anni ha vissuto anche solo per un breve tratto l’esperienza di Romena contribuendo a quel meraviglioso incrocio di volti, di storie, di bellezza, di umanità, che è il vero tesoro di questo quarto di secolo.

La festa scandirà i ritmi della tradizione, il ritrovo al mattino, una camminata, per chi lo vorrà lungo la via della Resurrezione, poi la messa del Vescovo, il pranzo. Ma attenzione, alle 15 in punto, entreranno in gioco i ricordi e la voglia di giocarci sopra: l’incontro-spettacolo “Romena 25”, in programma alle ore 15 nel nostro nuovo auditorium (quindi nessuna preoccupazione per il tempo, saremo al chiuso!) sarà una festa di Romena, con tanti filmati, con testimoni storici, con  tanti momenti di musica, di gioco e moltissima autoironia garantita dagli sketch della Compagnia delle arti di Romena.
E, alla fine della festa, ci sarà anche l’avvio del percorso speciale di cambiamento che si svilupperà per i prossimi diciotto mesi e che sarà presentato dal nostro don Luigi.

DSC_0352Credo che gli anniversari servano a questo: a creare un buon motivo per ritrovarsi e a creare la spinta giusta per guardare oltre, per aprirsi al futuro.
Questo vorremmo fare il giorno di Pasquetta: una festa semplice di simpatia e di creatività, in cui protagonista sarà la gente che, anche solo transitando di qui per un’ora, ha ‘creato’ questo posto, lo ha reso vivo, palpitante. Fin da ora, pensarci, mi emoziona.

Festa Pasqua

I 25 anni di Romena (9) / La scelta di Giovanni

Giovanni Abignente e l'Abbè Pierre Giovanni Abignente aveva uno sguardo largo e occhi azzurri che portavano lontano. Veniva spontaneo chiamarlo per sciogliere i nodi di un problema personale, non soltanto perché era psicologo, ma perché non inchiodava mai nessuno nei terreni stretti di una soluzione: lui semplicemente apriva domande.
E’ curioso come si incrocino le storie: la sua, quasi per un meccanismo di casualità, da Napoli lo aveva portato in Casentino insieme alla sua famiglia più o meno negli anni in cui nasceva la Fraternità.

Giovanni si era offerto con garbo ma anche con determinazione: conduceva diverse attività durante i corsi e aveva offerto la sua opera di psicologo, a titolo gratuito, per aiutare amici della Fraternità che lo richiedevano. In pochi anni era così diventato una delle figure di riferimento di Romena.
Aveva scritto un libro, un trattato  sulla famiglia alla portata di tutti, “Le radici e le ali”: erano le parole che contavano di più per lui. Le radici, perché era sempre fondamentale conoscerle e abbracciarle, le ali, perché bisognava sempre mettere le persone in condizioni di aprirle…

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I 25 anni di Romena (8) / La freschezza nelle radici

imagesIntorno alla metà degli anni Novanta, una collaboratrice di Romena, Raffaella Pierozzi, si imbarcò nell’avventura di far diventare la nostra Fraternità l’oggetto della sua tesi di laurea in psicologia all’Università La Sapienza di Roma. Con una passione smisurata Raffaella riuscì nell’intento e in quel ponderoso volume, che conservo gelosamente, descrisse una realtà non molto diversa da quella di oggi. Segno che al suo cuore, Romena non è mai cambiata. Una differenza, non di poco conto, che emerge dal suo  studio, è però di carattere anagrafico: allora il 90% dei partecipanti alle attività di Romena aveva meno di trent’anni (il 70% addirittura era sotto i 25), gli over 30 erano appena l’8% e agli ‘anta’ apparteneva solo l’1%.
Oggi l’asticella si è alzata decisamente. E’ un patrimonio della fraternità il passaparola che in maniera naturale ha portato a Romena viandanti di ogni età, e provenienza. Ma di certo, quella freschezza giovanile ci manca…

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I 25 anni di Romena (7) / Giosuè, l’uomo dello stupore

giosue_boesch_590Se guardate le icone di Romena, se vi stupite per il valore che in vari angoli della fraternità viene dato a oggetti della vita contadina, trasformati in opere d’arte, ricordate il nome che sto per dirvi: Giosuè. E’ un nome che ci appartiene con la forza trascinante di quel monaco-artista con la barba bianca e il sorriso radioso che lo portava.
Giosuè è salito verso il cielo quattro anni fa, sazio dei suoi novant’anni. Era ritornato in Svizzera molto tempo prima, intorno al 2000, perché voleva consumare l’ultimo spicchio di vita nella sua terra. Lo ha incontrato solo chi ha vissuto la prima fetta della nostra storia.  Perciò, per aiutarvi a conoscere una figura che ha dato un’impronta indelebile alla spiritualità di Romena, e che Gigi definisce un suo maestro, e non solo per avergli insegnato l’arte delle icone, ho pensato di pubblicare qui sotto l’articolo che gli dedicai dopo la sua morte. Di quel ricordo voglio anticipare almeno una frase che questo monaco, teologo, artista ci dedicò in uno degli ultimi incontri. “Ma chi siamo noi di Romena per te?” Gli chiesi. E lui: “Voi siete i miei figli. Ho già due figli in cielo. Una bambina è morta a tre giorni di vita, un figlio a 40 anni. E la terza non si arrabbierà se vi dico questo. I figli si moltiplicano. È un miracolo di Dio”. Questo era Giosuè…

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