In questi giorni stiamo completando la stesura del nuovo numero della rivista trimestrale, quella che tutti conoscono come “Il giornalino”. E’ un lavoro di cuore per provare a trasmettervi i momenti e gli incontri più belli del cammino di Romena. Per me che curo questa rivista da quasi vent’anni questo numero ha un sapore speciale. Per la prima volta mancherà infatti una collaboratrice preziosa. Daniela.
Daniela Patucchi era una amica e una sostenitrice del nostro lavoro, e da una vita ci aiutava nella delicata fase di verifica finale di ogni giornalino e di tutti i libri delle Edizioni Romena.
Daniela era molto di più di quello che faceva per noi. Una grande mamma, una donna generosa che dava aiuto a realtà preziose del territorio. Ma anche il contributo che dava alle nostre riviste con la sua correzione parlava di lei, della sua passione disinteressata, del suo calore umano.
Per questo nel prossimo numero del giornalino ho voluto che lei ci fosse comunque, con il ricordo che vi anticipo qui…
A questo giornalino manca qualcosa. Manca una attenzione, manca una cura, mancano due occhi che lo scrutano. Manca Daniela.
Daniela Patucchi è stata sempre la nostra prima lettrice. La prima in ordine di tempo. Lei leggeva il giornalino nell’ultima stesura, appena prima della stampa. Il suo segno morbido a lapis era la nostra protezione da refusi, equivoci, sbadataggini. Una garanzia a salvaguardia di chi aveva scritto, e di chi avrebbe letto.
Quella di correttrice di bozze era una competenza che aveva sviluppato in gioventù, e che era ritornata utile ora, non più come un lavoro, ma come un sostegno amoroso verso noi di Romena.
Era generosa Daniela, e la sua generosità correva lungo tante strade. Noi eravamo tra i destinatari privilegiati.
“Domani lo portiamo da Daniela e dopodomani si stampa” era la classica frase che precedeva la chiusura di un giornalino e anche dei libri della casa editrice. E siccome eravamo e saremo sempre in ritardo strizzavamo i suoi tempi al massimo sapendo che, a costo di correggere di notte, li avrebbe rispettati.
Il tempo al passato è un segno chiaro di quello che è successo un sabato di settembre. La notizia della sua morte, dopo una breve malattia, ci ha storditi lasciandoci l’eco di un vuoto inatteso, nel suo pieno di vita.
Non è difficile sentirla ancora qui, con la sua voce bassa, il suo accento romano, il suo modo unico di raccontare trasformando ogni episodio di vita in un piccolo romanzo.
Ma soprattutto di lei ci resta l’abbondanza del suo donarsi, senza trattenere nulla per sé. Era fatto anche di questo il nostro giornalino, era uno dei suoi segreti.
Un abbraccio grande a Noemi, Anna e Olga, prime destinatarie dei doni d’amore di Daniela.
E un immenso grazie a te, amica mia e di tutti noi. C’è un pezzo di te in ogni passo della nostra strada lastricata di parole.
Massimo Orlandi