Mamma Maria, il benvenuto dell’Italia ai piccoli migranti

“Gli uomini reggono il mondo. Le madri reggono l’eterno, che regge il mondo”.
(Christian Bobin)

Di mamma Maria non posso dimenticare il sorriso. Quel sorriso caldo di sole e invitante di mare, il sorriso della sua Sicilia.
Nè posso dimenticare la parola che usò di più durante la sua testimonianza a Romena, e il modo di pronunciarla: ‘amore’ quasi con due emme, per farlo durare di più.

Mamma Maria è andata in pensione, leggo sui giornali.
E’ una notizia falsa: le mamme non vanno in pensione.
E’ una notizia vera: Maria va in pensione dalla divisa della Polizia, quella che ha indossato per quasi quarant’anni.
E’ una notizia speciale: Maria ha fatto la mamma per lo Stato, quindi l’ha fatta per tutti noi.

Per la cronaca Mariarosa Volpe, Ispettore superiore della polizia di Stato, è stata, fino all’altro ieri, responsabile dell’Ufficio minori della Questura di Agrigento.
E’ la questura da cui dipende, per esempio, Lampedusa. E Maria, per compiti di servizio, è stata chiamata di continuo sul molo degli sbarchi. Era lei che doveva prendersi in carico, a nome di tutti, dei minori che arrivavano non accompagnati. Erano ragazzi, spesso, costretti a prendere il mare per acciuffare una briciola di futuro, erano bambini, talvolta, imbarcati con i genitori, ma arrivati da soli. “Non so dare un nome al tormento che sento dentro ogni volta che vado a Lampedusa a seguito di uno sbarco. Non posso descrivere quello che vedo ogni volta. Non c’è un nome per la sofferenza cui assisto. E a chi dice, a chi parla, dò un solo consiglio: vieni lì, vieni a vedere”.
Il bambino che sbarca, frastornato, impaurito, stanco, sul molo di Agrigento trova una donna che normalmente avrebbe ricordato per la divisa, e che invece gli entra dentro offrendogli la coperta calda di una carezza, di uno sguardo d’amore.
Mamma Maria. Ora capite perché.

Il presidente Mattarella l’ha insignita del titolo di Ufficiale all’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, il Papa le ha restituito, in un lungo abbraccio, un grazie a nome di tutti.
Ma non sono solo questi ricordi, ne sono certo, a popolare i giorni della meritata pensione dell’ispettore Volpe. Davanti ai sé nel film di questi quarant’anni di vita lavorativa, Maria vede scorrere quei volti stanchi e teneri, quegli occhi immensi e perduti in un abisso di paura. “Non stacco mai gli occhi da loro perché voglio riuscire a capire in ogni momento, i loro bisogni. E perché voglio che non si sentano mai soli”.

In una foto si vede Maria che allatta la piccola Favour, sbarcata a Lampedusa dopo un naufragio, accanto alla salma della mamma.
La poliziotta in divisa, con il biberon in mano è piaciuta ai giornali di tutto il mondo. Ma quello scatto non fotografa un evento, piuttosto un momento ordinario di una vita speciale. Come speciale è ogni istante di mamma.
“Io non ho partorito figli – dice Maria – Però mi sento mamma lo stesso per l’amore che provo a dare”.

“Eppure Italia è una parola aperta, piena d’aria” ha scritto Erri De Luca.
Ma Italia è stata anche un abbraccio caldo, per un bambino impaurito.
L’abbraccio di Maria. Il modo più bello, più caldo, più vero, per dire a ogni piccolo migrante ‘benvenuto’.

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