Franco Loi, la voce della poesia

“La voce della poesia”. Intitolai così un’indimenticabile intervista a Franco Loi sulla nostra rivista. La scrissi mentre sentivo ancora addosso la sua voce sussurrata, le sue poesie, un suono prima ancora che parole, l’eco calda della pieve che ascoltava la sua testimonianza.
“Addio a uno dei più grandi poeti italiani del dopoguerra” leggo oggi sui giornali. Si parla proprio di lui, di Franco, morto nella sua Milano a 90 anni.

Scriveva poesia in dialetto milanese, e quel dialetto sembrava una musica misteriosa che bucava l’anima. La poesia era entrata nella sua vita a 40 anni e non lo aveva più lasciato: “La poesia – mi raccontò – entra dentro di te e fa come se fosse un trapano, ti scava dentro e ti fa emergere quelle cose che neanche sapevi ci fossero. Allora scopri tante cose, scopri sempre di più qual è il senso della vita, capisci la tua inermità davanti al mistero della vita”.

Franco aveva ricevuto i più prestigiosi riconoscimenti letterari ma per lui ciò che contava, più di tutto, era che la sua poesia arrivasse al cuore. In proposito mi ricordò la reazione di un operaio, alla fine di una sua lettura di poesie: “Permetti che ti ‘abbracci dentro’? Mi disse. Perché tu hai detto quelle cose che io ho sempre avuto dentro e non sono mai stato capace di dire”.

Noi di Romena abbiamo avuto il privilegio di incontrarlo, di ospitarlo, di entrare nel suo intimo.
«La poesia – disse di noi- è periferia della letteratura, è luogo nascosto, pochi scaffali nelle librerie più fornite. Così anche Romena era e resta periferia, confine, soglia, possibilità per chi ha un’angoscia, un dolore, un sogno, e cerca un terreno dove lasciarlo posare. Romena è un posto dove trovare una pagina bianca su cui scrivere di sè. E magari leggere a voce alta, senza sentirsi sbagliati».

Dopo aver saputo della sua morte, sono andato a cercare una sua raccolta di poesie “Aria de la memoria”. Ricordo che lui stesso me la aveva consigliata, come un piccolo compendio della sua produzione. Nella prima pagina bianca dopo la copertina, ho così riltrovato la sua dedica: “A Massimo, fratello che mi ha fatto il dono del suo cuore”.
Franco Loi, la voce della poesia. Una voce che continua a sussurrare la vita.

 

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Una chiesa in fiamme, il ‘grazie’ di Lidia Maggi

Ieri, come tantissimi altri amici, abbiamo sentito il bisogno di far sentire a Lidia Maggi e alla sua comunità la nostra vicinanza a seguito dell’incendio doloso che ha gravemente danneggiato la chiesa evangelica di Varese. Stamani Lidia ha scritto sul suo profilo Facebook questo messaggio di risposta che voglio condividere con voi senza alcun commento. Solo con l’invito a leggerlo…

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A Daniela

In questi giorni stiamo completando la stesura del nuovo numero della rivista trimestrale, quella che tutti conoscono come “Il giornalino”. E’ un lavoro di cuore per provare a trasmettervi i momenti e gli incontri più belli del cammino di Romena. Per me che curo questa rivista da quasi vent’anni questo numero ha un sapore speciale. Per la prima volta mancherà infatti una collaboratrice preziosa. Daniela.
Daniela Patucchi era una amica e una sostenitrice del nostro lavoro, e da una vita ci aiutava nella delicata fase di verifica finale di ogni giornalino e di tutti i libri delle Edizioni Romena.
Daniela era molto di più di quello che faceva per noi. Una grande mamma, una donna generosa che dava aiuto a realtà preziose del territorio. Ma anche il contributo che dava alle nostre riviste con la sua correzione parlava di lei, della sua passione disinteressata, del suo calore umano.
Per questo nel prossimo numero del giornalino ho voluto che lei ci fosse comunque, con il ricordo che vi anticipo qui…

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Grazie Francesco, semplicemente grazie

13 marzo 2013: la primavera quell’anno arrivò in anticipo. Francesco era quella primavera, una primavera attesa al punto che nessuno pensava potesse più arrivare.
Sono passati 5 anni da quel “buonasera” con il quale la semplicità del cambiamento si manifestò. 5 anni dall’arrivo di quel vento di tenerezza e di gioia che non ha più smesso di soffiare.
5 anni di Francesco. Noi di Romena abbiamo pensato che l’occasione fosse giusta per dare concretezza a un’idea che da un po’ ci ballava in testa. Un grazie a Francesco. Un grazie piccolo, dal basso, ma di cuore. Un grazie come una carezza, ma anche come un impegno: l’impegno a accompagnare il suo cammino con il nostro sostegno.
Questo grazie è diventato un libro, intitolato Semplicemente grazie, un libro fresco e colorato come una rivista, nel quale abbiamo allargato il nostro Grazie a quello di 18 grandi testimoni del nostro tempo: scrittori, teologi, artisti, poeti, preti di strada, laici e religiosi, da Luigi Ciotti a Alberto Maggi, da Eraldo Affinati a Maurizio Maggiani, da Erri De Luca a Moni Ovadia. Ognuno di loro ha accettato di raccontare Francesco, offrendo allo stesso tempo la visione di uno spaccato della chiesa, della società, del mondo.
Offriamo questo libro (disponibile a Romena, online e in libreria) alla vostra condivisione, per sottolineare insieme il valore per la chiesa e per  tutta la società di questa figura semplice, autentica, vicina, che tocca con mano in ogni gesto, in ogni intervento, i motivi di fondo del cristianesimo.
Vi lascio trascrivendo alcuni piccoli estratti dalle interviste e dai contributi del libro…

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Il ritorno di Padre Luciano

“Vengo, vengo volentieri” ci ha detto rispondendo al nostro invito. E domenica prossima, 2 luglio, padre Luciano Giovannetti, vescovo emerito di Fiesole, tornerà a Romena. Tornerà cioè a salutare quella realtà che ha contribuito a far nascere, regalandole tutta la libertà di cui aveva bisogno, e tutta la fiducia necessaria a sostenerne il cammino.
Giovannetti fu il Vescovo che accompagnò don Luigi durante i suoi inizi, che lo seguì nella sua fase di crisi, quello che accettò la sfida di far nascere, dal cuore di quella crisi, la Fraternità, e che poi, fino al termine del suo mandato, nel 2010,   ha seguito la nostra realtà senza mai invadere, ma anche senza mai privarci del suo sostegno.
In questi ultimi anni abbiamo incontrato più volte padre Luciano, ma questo è un invito speciale: domenica 2, ore 15, nel nostro auditorium parleremo con lui di questo percorso, di come lui lo ha accompagnato. Sarà un modo per conoscere ancora meglio le nostre radici, il nostro cammino, per ricevere qualche prezioso consiglio. E sarà anche un modo per dirgli, ancora una volta, grazie.
Nell’occasione pubblico qui, di seguito, una lettera aperta che pubblicammo nel giornalino di Romena quando Giovannetti concluse il suo servizio a Fiesole…

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